Un nuovo museo d’impresa, Casa Marcegaglia, immersivo ed emozionante, e un innovativo metodo museografico che utilizza il linguaggio dell’arte contemporanea per comunicare e coinvolgere.
Ideatori di entrambi sono Studio Chiesa ed Elisabetta Pozzetti, che nel libro Come vestale ne ripercorre tappe e criteri sotto forma di un avvincente racconto.
Lo si svilirebbe a considerarlo alla stregua di un catalogo, al contrario è esso stesso opera d’arte, grazie all’interpretazione creativa che ha dato Nicola Vinci. Anche lui artista, ha catturato con la fotografia la poesia e le visioni che si respirano negli ambienti di Casa Marcegaglia, riproponendole nel corpus iconografico del volume.
Una vertigine di rimandi che ammantano di liricità l’identità, la storia e il patrimonio valoriale dell’azienda leader nella trasformazione dell’acciaio.
Casa Marcegaglia, un museo d’impresa che già nel nome qualifica la propria identità inclusiva, dinamica, solida, scaturita dall’eccezionalità e l’intraprendenza di un fondatore, Steno Marcegaglia, e dei suoi figli, Emma e Antonio Marcegaglia, che fanno dell’azienda un’estensione del concetto di famiglia, che trova idealmente dimora nell’headquarter di Gazoldo degli Ippoliti.
L’eccezionalità di questo spazio si situa nella combinazione dei contenuti alle tecnologie, nell’armonico flusso di dati e suggestioni, laddove la narrazione dei processi si combina all’immersività multisensoriale.
Elisabetta Pozzetti
Storica dell’arte, progetta mostre d’arte contemporanea e moderna, collaborando in Italia e all’estero con enti privati e pubblici. Dipendente prima del Ministero della cultura poi del Miur, è stata consulente della Direzione Musei Emilia Romagna.
Già docente universitario di “Tutela e valorizzazione dell’arte contemporanea” e di “Storia dell’arte medievale, moderna e contemporanea” presso gli atenei di Ferrara e Milano, ha pubblicato Il Museo come esperienza. Strategie e strumenti della comunicazione museale (Editrice Compositori, 2010) e Il Museo tra esperienza e comunicazione (Bononia University Press, 2011). Per un triennio ha svolto presso l’Università degli Studi di Parma l’incarico di conservatore e restauratore di opere d’arte moderna e contemporanea. È stata Art Director dell’Istituto di cultura Casa Cini a Ferrara e Project Manager del Centro Internazionale d’arte e di cultura di Palazzo Te a Mantova.
Nell’ultimo decennio ha curato un centinaio di mostre, tra le quali Steellife, presso La Triennale di Milano (e la sua versione phygital Steellife. Digital Re-life Experience) e ha edito altrettante pubblicazioni. Ha ideato per Museyoum un prototipo di narrazione innovativa ed emozionante, collaudata in alcune sedi come la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e l’Accademia Carrara di Bergamo. Tra gli ultimi progetti: l’inaugurazione della Nutrimentum Gallery di Studio Chiesa a Milano e di Visioni dall’infra-ordinario presso il Museo Ettore Guatelli. Sua la direzione curatoriale del museo d’impresa Casa Marcegaglia, di cui questo libro racconta la creazione.
Artista militante, già durante gli studi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari ha sviluppato la sua poetica mediante la fotografia, con una sensibilità spiccatamente pittorica.
Affascinato dalla comunicazione non verbale, Vinci ha intrapreso studi sulla psicologia del ritratto e sull’approccio d’indagine della fotografia, sfruttandone al massimo il potenziale nel cogliere le sfumature emotive e nel rivelare gli aspetti più profondi dell’animo. La sua ricerca affronta temi complessi che mettono in luce i disagi e le difficoltà del nostro tempo, facendosi veicolo di denuncia e di riflessione sulle sfide dell’incomunicabilità e sulla mancanza di supporto psicologico che affligge la società moderna, in special modo i giovani, che spesso sono i protagonisti delle sue opere. Attraverso il suo lavoro, cerca di stimolare una riflessione profonda sulle questioni sociali e relazionali del nostro tempo, offrendo uno sguardo intimo e coinvolgente sulla condizione umana. Attualmente è rappresentato dalla galleria IAGA Contemporary Art di Cluj (Romania).
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