Ci mancava solo il Metaverso! L’universo parallelo come prospettiva per il B2B

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Ci mancava solo il Metaverso! L’universo parallelo come prospettiva per il B2B

Ci siamo! Finalmente è arrivato un punto fermo sul tema del metaverso; che tanto ha appassionato nei mesi scorsi. La filiale australiana di KPMG – una tra le 4 Big Four che si spartiscono il mercato mondiale della revisione contabile d’azienda – ha aperto le danze. O forse le ha chiuse; dipende dai punti di vista. In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi James Mabbott, partner responsabile di KPMG Futures, ha dichiarato:

“Penso che le applicazioni davvero interessanti [del metaverso] saranno nel contesto Business to Business […] E penso che in realtà sia lì che i soldi saranno davvero, ancor più che nella partecipazione guidata dai consumatori”.

In sostanza, per dirla con le parole di tutti i giorni: il B2B è il vero driver dello sviluppo del metaverso. KPGM, come tante altre big companies, potranno presto tenere incontri esecutivi e affari multi-milionari nel metaverso lanciando, così, nuovi modelli di business che trovano, sicuramente, nel B2B il partner di riferimento.

A dar manforte a questa visione, arriva la McKinsey, società globale di consulenza, che in un rapporto di giugno 2022 afferma che il metaverso potrebbe arrivare a valere 5 trilioni di dollari entro il 2030.

E quindi la domanda, a questo punto, diventa:

quali opportunità può e deve cogliere il B2B nel metaverso?

METAVERSO: TECNOLOGIA O RIVOLUZIONE CULTURALE?

Certo è che prima di cogliere qualsivoglia opportunità è necessario porsi nel mood corretto. La dicotomia tra tecnologia e rivoluzione culturale è intrinseca al concetto stesso di novità. Soprattutto quando la novità è, essa stessa, tecnologia.

Ma il metaverso NON E’ NUOVO. Concetti come realtà virtuale o cyberspazio sono ampiamente conosciuti. Così come il concetto di 3D. E di fatto sono, essi stessi, un metaverso. Dov’è quindi la vera novità, oggi?

META-VERSO NUOVI MODELLI DI BUSINESS

Il mondo del B2B si è abituato alla distanza. Complice sicuramente anche la pandemia mondiale che ha obbligato ad aumentare le distanze tra le persone. Strumenti come Teams, Meet e Zoom sono diventati all’ordine del giorno. Ma non hanno potuto supplire ad una mancanza, sicuramente, fondamentale: l’empatia.  Ne abbiamo parlato già largamente: la comunicazione contemporanea è orientata a modelli H2H in cui la componente emotiva umana è strategica e fondamentale. E, le piattaforme di cui sopra, seppur indispensabili, non permettono sicuramente un’esperienza immersiva sotto un profilo puramente umano. Con il metaverso tutto questo viene superato: l’esperienza diventa coinvolgente in un ambiente creato ad hoc per questo. Nel metaverso è possibile vedere e toccare con mano l’azienda, i prodotti e il brand; e questo sicuramente non si può ottenere da una video-call.

Ma non solo. Oggi il metaverso è uno spazio da costruire: ci sono la tecnologia, i suoi principi e le grandi potenzialità che vanno ancora plasmate.  

Il metaverso può essere molto di più di quello che conosciamo: un luogo in cui il mondo reale diventa più virtuale. Un mondo in cui strati di informazioni, contenuti e interattività migliorano la realtà stessa e generano interazioni di business nuove. Una contestualizzazione controllabile e personalizzabile degli spazi che ci circondano.

Un modo nuovo e diverso di generare lead e mettere in campo nuove azioni per scambiare valore: in linea anche con la nuova tendenza di portare il valore del brand e del prodotto su un livello in cui lo storytelling e la visione di prodotto come servizio sono le nuove chiavi di lettura. Ed ecco, quindi, che di conseguenza si possono sviluppare relazioni più profonde con clienti costantemente informati e aggiornati, con una condivisione in tempo reale e potenziata di tutti i dati connessi al marchio o al prodotto.

METAVERSO: LE SFIDE

Le opportunità sono sicuramente tante. Infinite. Potenzialmente multi-verso nel meta-verso. Ma si scontrano con un limite; ad oggi ancora predominante: sono necessari progressi in aree come l’interoperabilità, gli standard e i protocolli per consentire ai diversi ambienti di interconnettersi tra loro. Ma non solo. Anche il supporto operativo – la larghezza di banda – dovrà essere maggiore per consentire la quantità di dati che devono essere trasmessi.

Studio Chiesa è da sempre attento a tutte le nuove metodologie di comunicazione in un costante allenamento della mente per portare innovazione, valore, struttura e conoscenza a tutte le realtà B2B Industrial che segue da oltre 40 anni di attività.

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